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ottobre 2025

“Lasciare spazio all’esperienza” – Matteo Scalise e il progetto Scarpa Villas, Parte 2

Prosegue la nostra conversazione con Matteo Scalise alle radici del progetto Scarpa Villas –un dialogo che ci accompagna dentro l’intenzione, i materiali, il paesaggio, fino a toccare il cuore dell’esperienza: lo spazio come ascolto, il tempo come memoria.

Che tipo di esperienza dello spazio e del tempo avete voluto creare per chi soggiorna?

La nostra intenzione era chiara sin dall’inizio: offrire agli ospiti una sospensione, una parentesi rarefatta in cui rallentare, respirare, ritrovare il proprio ritmo.

Abbiamo progettato gli ambienti delle Scarpa Villas come spazi dell’intimità e del silenzio, dove ogni dettaglio – dalla luce naturale alla matericità degli arredi – contribuisce a creare un senso di quiete profonda. In un mondo frenetico, volevamo proporre un’architettura che non disturba né sovraccarica, ma accoglie.

Il tempo, in questo contesto, non è misurato in ore, ma in sensazioni: la luce che cambia sulle vigne, il calore di una superficie in legno al tatto, il riflesso dell’acqua in piscina al tramonto. È un tempo più umano, più naturale, in cui l’esperienza del soggiorno si trasforma in memoria.

Abbiamo anche cercato di evitare ogni formalismo superfluo. Il nostro obiettivo era creare ambienti autentici e sinceri, in cui ogni elemento ha una funzione emotiva, oltre che estetica.

Come avete tradotto questa idea in spazi concreti?

L’esperienza dello spazio è pensata come una camminata lenta dentro il paesaggio: gli interni dialogano con l’esterno, le viste si aprono sul vigneto, le proporzioni rispettano le persone, la luce guida il movimento.

In definitiva, volevamo che il soggiorno nelle Scarpa Villas fosse più che un’esperienza turistica: un modo di sentirsi parte di un luogo, di un tempo, e forse anche un po’ di sé stessi. La nostra idea era quella di offrire agli ospiti un’esperienza immersiva e sensoriale, in cui spazio e tempo non fossero semplicemente lo sfondo del soggiorno, ma parte attiva del racconto.

Per evocare questo ritmo lento e armonico, abbiamo lasciato che fosse il mondo rurale a suggerire atmosfere, cromie, materiali. Ogni villa interpreta una stagione dell’anno, come se il paesaggio stesso avesse trovato voce nei colori e nelle texture degli interni: i toni caldi e vibranti dell’estate, le nuance leggere della primavera, i tessuti avvolgenti e profondi dell’inverno, le sfumature terrose e dorate dell’autunno.

Questo approccio ci ha permesso di mettere in scena il ritmo ciclico della natura in modo delicato e suggestivo. L’ospite, soggiornando in una villa, vive una stagione simbolica che si intreccia con quella reale, generando un dialogo emotivo tra interno ed esterno, tra tempo atmosferico e tempo interiore.

Ogni spazio è stato curato per risuonare con ciò che accade fuori: non solo attraverso il colore, ma anche con la luce, i materiali, le proporzioni in cui l’ospitalità si concretizza in una fusione armonica di stili: arredi dal design essenziale e contemporaneo convivono con elementi del primo Novecento – tappeti, quadri, scrivanie – e oggetti carichi di memoria rurale.

Vecchie poltroncine piemontesi, una gabbia per conigli trasformata in tavolino, un antico gioco in metallo divenuto libreria: ogni pezzo racconta una storia, e ogni storia ha una funzione emotiva oltre che estetica.

A dare ulteriore coerenza all’insieme, ogni villa ospita un grande frigorifero per vini, in stile rétro, dipinto in tinta con la stagione evocata: giallo solare per l’estate, bianco per la primavera, nero per l’autunno, azzurro profondo per l’inverno.

Abbiamo voluto che le sensazioni fossero amplificate: una sinestesia tra il paesaggio collinare e la vita domestica, che trasforma il soggiorno in un’esperienza poetica, quasi narrativa.

A tuo avviso, quale valore culturale e territoriale rappresenta oggi un progetto come questo, in un paesaggio UNESCO come Verduno?

Un progetto come quello delle Scarpa Villas ha un valore che va ben oltre l’architettura. In un contesto UNESCO come questo, ogni intervento costruito – anche il più discreto – diventa parte di un racconto collettivo, che riguarda la memoria, l’identità e la cura del territorio.

Abbiamo vissuto il nostro ruolo non solo come progettisti, ma come interpreti consapevoli di un luogo che ha già una sua voce. Il paesaggio di queste colline è frutto di un equilibrio sottile tra natura e cultura, agricoltura e comunità, passato e futuro.
Inserirsi in questo contesto significa dialogare con la storia senza imitarla, valorizzare l’eredità del luogo senza snaturarne il carattere.

Il nostro progetto ha voluto restituire spazi capaci di ospitare, architetture che si lasciano attraversare dalla luce e dal tempo, senza sottrarre nulla alla forza del paesaggio.

In questo senso, le Scarpa Villas rappresentano una visione di ospitalità rispettosa, radicata e consapevole. Un contributo concreto a una cultura del progetto che considera il territorio non come una cornice da sfruttare, ma come un organismo vivo con cui entrare in relazione.

Oggi più che mai, in un tempo in cui il turismo rischia di standardizzare l’esperienza dei luoghi, crediamo che questo tipo di interventi – sobri, coerenti, profondamente locali – siano portatori di valore culturale e di responsabilità progettuale.

Perché abitare, anche solo per qualche giorno, significa sempre entrare in contatto con un modo di vivere, di produrre, di custodire.

Se dovessi indicare un elemento architettonico o progettuale che racchiude il senso profondo delle Scarpa Villas, quale sceglieresti?

La piscina panoramica, senza dubbio. Non solo perché rappresenta il cuore fisico del progetto – attorno al quale si distribuiscono le quattro ville – ma perché incarna perfettamente il dialogo tra architettura, paesaggio e benessere.

La piscina si affaccia sulle colline vitate di Monvigliero con discrezione, senza cercare protagonismo, ma diventando spontaneamente un luogo centrale dell’esperienza. Il suo bordo si perde nell’orizzonte, come un invito alla contemplazione, alla lentezza, alla sospensione.

È un elemento che non impone, ma si lascia vivere: al mattino con la luce dorata che filtra tra i filari, al tramonto quando il paesaggio si specchia sull’acqua, o di notte, quando il silenzio e il buio creano un’atmosfera quasi rarefatta.

In fondo, è lì – tra acqua, terra e cielo – che si coglie il vero spirito delle Scarpa Villas: un equilibrio silenzioso tra bellezza, comfort e autenticità.

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