«Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettare niente che è terribile»: così scriveva Cesare Pavese nel Mestiere di Vivere, il suo diario più intimo.
Saper aspettare, essere capaci dell’attesa. Scarpa ha scelto di dare tempo al vino e mettersi in ascolto della sua evoluzione: senza fretta, senza forzature. È dall’attesa che nascono capolavori come la Barbera d’Asti I Bricchi e la Barbera d’Asti Superiore La Bogliona, il cui affinamento travalica i limiti temporali del disciplinare: rispettivamente, da 2 a 3 anni in botte grande, quasi lo stesso tempo che verrebbe dedicato a Barbaresco e Barolo.
Attendere non è un puro esercizio di pazienza. È la consapevolezza che la materia più sublime del vino è il tempo. Il tempo detta le condizioni della maturità di una vendemmia, valorizza l’espressività varietale e dimostra quanto un vino è capace di essere – e di diventare – grande.
Non soltanto le icone di Scarpa affinano con lentezza. Applichiamo la stessa filosofia ai vini da varietà autoctone: il nostro Monferrato Freisa Secco affina fino a 24 mesi in vasche d’acciaio, con un ulteriore invecchiamento di un anno in bottiglia. Così trascorrono un anno in bottiglia il Dolcetto d’Acqui; il Rouchet Monferrato Rosso; il Selva di Moirano, vino di straordinaria intensità e il Nebbiolo d’Alba Bric du Nota, marcato da eleganti note di violetta.
Dare tempo al vino è la massima forma di rispetto per lo straordinario territorio che abbiamo la fortuna di coltivare tra Monferrato e Langhe. È la garanzia che non abbiamo fretta di raggiungere il mercato, ma di proporre vini compiuti, la cui capacità di invecchiare è stata “allenata” dalla straordinaria forza dell’attesa.